Scopri la correlazione tra i disturbi alimentari e alcune tendenze che spopolano sui social media.
I disturbi alimentari hanno origine antiche. Alcuni studi sociologici e antropologici hanno portato alla luce un dato certo: in tutta la storia dell’umanità è rintracciabile un rapporto disfunzionale con il cibo.
Non tutti sanno, per esempio, che nel Medioevo le monache si rifugiavano nel digiuno volontario come forma di ribellione ad una società maschilista che si aspettava dalle donne solo il compito della procreazione. E così, l’essere umano spesso è ricorso a forme autopunitive e lesionistiche. Fino ad arrivare alla nascita della società moderna, a fine 800′, quando per la prima volta alle persone era richiesto di vestire in delle taglie sempre più strette: con la nascita della produzione di massa i capi di abbigliamento non erano più cuciti su misura, adattandosi alle forme diverse dei corpi, ma erano i corpi ad doversi adattare a dei prodotti commerciali. Da qui nasce l’esigenza di soddisfare le aspettative della società e andando a compromettere l’individualità e la libertà delle persone.
I disturbi alimentari e la connessione con i social media e la rete
Nell’ultimo decennio, il sopravvento che i social media hanno avuto sulla vita delle persone, soprattutto i giovanissimi, ha portato a delle conseguenze inevitabili e preoccupanti. I ragazzi tra i 8 e 16 anni passano la maggior parte del loro tempo libero sulle piattaforme social. Molti dei contenuti proposti su queste piattaforme mostrano un idilliaco modello di perfezione: corpi perfetti, vite all’insegna del lusso, oggetti costosi, insomma, modelli perfetti e non realistici, impossibili da raggiungere. Nella mente dell’adolescente scatta subito il pensiero: “Anche io devo essere cosi”; un pensiero può innescare una sensazione di frustrazione, di vuoto e di ansia.
I dati dell’ Ansa affermano che circa 3 milioni di persone in Italia soffrono di disturbi alimentari, con una percentuale più alta nella fascia tra i bambini degli 8- 11 anni. Il compito della società è quello di educare i giovanissimi a un mondo diverso da quello in cui viviamo adesso: un mondo fatto di filtri e finzione, dove chi è autentico è reputato “strano”.
I disturbi alimentari più diffusi in Italia
Sicuramente i disturbi alimentari più conosciuti e diffusi in Italia sono l’anoressia, la bulimia, il binge eting disorder e la bulimia. Ciò che accomuna queste patologie è il senso distorto della realtà, i pensieri ossessivi e compulsivi sul cibo e sul proprio aspetto fisico. Oltre ai sintomi c’è di più; non bisogna dimenticare il dolore che chi soffre di queste condizioni prova nel sentirsi trascinati via dalla propria vita. Nuove forme di DCA sono state studiate negli ultimi anni; per esempio, nei ragazzi di sesso maschile si è riscontrato un aumento del fenomeno della vigoressia. Chi soffre di questo disturbo ha la percezione del proprio corpo estremamente esile e per compensare questa immagine assume integratori in modo disinformato e senza consapevolezza, si allena in modo compulsivo e ossessivo e segue regimi alimentari molto rigidi.
Come i social media possono condizionare la percezione della realtà e di sé stessi
Tick tock è la nuova piattaforma-campione di iscrizione che nel corso degli ultimi anni ha attirato migliaia di giovani e giovanissimi mostrando corpi perfetti, vite perfette e le challenge, sfide che hanno un impatto sulla vita di chi partecipa e che spesso lo fa senza alcun tipo di consapevolezza. Un esempio? La challenge per dimagrire.
La possibilità di aggiungere i filtri alle foto e ai video, cosa che è possibile fare con pochi clic su Instagram, Snapchat o semplicemente dalla fotocamera del proprio smartphone, aumenta la distorsione della realtà e alimenta il desiderio di raggiungere una perfezione che non esiste. Sempre più giovani si mostrano non come sono ma si nascondono dietro all’immagine che vorrebbero dare di se stessi, nascondendo il proprio io, dando per scontato che sia inadatto. E non è tutto. I social network e in generale la rete ha dato spazio incontrollato a molte persone che propongono diete e cure fai-da-te, un fenomeno estremamente pericoloso.
Il mio approccio per la cura dei disturbi alimentari
Alle persone che si rivolgono a me, iniziando un percorso di terapia o di sostegno, offro uno spazio sicuro di ascolto e di condivisione. Uno spazio in cui verbalizzare e custodire le proprie memorie, uno spazio in cui affrontare e rielaborare pensieri e vissuti, attenzionandoli e prendendosene cura. Uno spazio in cui apprendere dalla propria esperienza, attribuendo un significato a ciò che accade. Uno spazio in cui dare valore a sé.